Chi sarebbe disposto a stare a letto per 60 giorni di fila? Ovviamente senza staccarsi un attimo dal giaciglio e senza poter andare in giro solo esclusivamente espletare i propri bisogni, sicuramente pochi di voi, ma se ci fosse un compenso e tale compenso fosse veramente interessante? Molti cambierebbero idea e lo sanno bene all’Istituto di Medicina e Fisiologia spaziale di Tolosa.
Si cercano volontari per stare a letto per due mesi consecutivi e per i fortunati che saranno scelti per questo bizzarro lavoro a tempo determinato ci sarà un compenso di sedicimila euro.
Non è uno scherzo a chiedere persone che siano disposte a stare a letto 24 ore su 24 per sessanta gironi consecutivi senza potersi mai alzarsi è l’Istituto di Medicina e Fisiologia spaziale di Tolosa, in Francia (Medes).
Stare a letto per due mesi non sarà semplice come si prospetta, non ci si potrà mai alzare neppure per andare in bagno o per mangiare, non ci si potrà neanche sgranchire le gambe. Qualsiasi posizione si adotterà in questo lungo periodo di “riposo lavorativo” almeno una spalla dovrà poggiare a letto.
Dopo due mesi a letto i volontari saranno sottoposti dai ricercatori ad una serie di test per verificare come hanno risposto a questo riposo forzato.
La ricerca è rivolta ad uomini e donne di età compresa tra i 24 e i 45 anni, devono essere persone sportive, in buona forma fisica, non devono essere dei fumatori, non soffrire di nessun tipo di allergia dal punto di vista alimentare e avere una massa corporea tra 22 e 27.
Parametri non difficile da avere ma il difficile è stare per sessanta gironi distesi a letto e delle conseguenze di questa immobilità ha parlato un ex volontario della Nasa, che ha dichiarato: “Non appena il letto è stato messo in posizione verticale, mi sono sentito le gambe pesanti come non mai. Il cuore ha raggiunto i 150 battiti al minuto. Avevo prurito ovunque ed ero sudato fradicio. Il sangue mi è sceso alle gambe, irrorando le vene che durante i mesi passati a letto si erano fatte sempre più elastiche. Pensavo di svenire. Fin dall’inizio rimanere in piedi era incredibilmente difficile, ed era sempre peggio. All’ottavo minuto, il mio battito cardiaco si era abbassato a 70 BPM: il mio corpo stava collassando. Mentre cominciava a offuscarmisi la vista, lo staff medico ha visto i miei valori crollare e ha immediatamente rimesso il letto in posizione orizzontale. Solo più tardi mi è stato comunicato che nessuno di quelli che hanno partecipato all’esperimento è riuscito a stare in piedi per tutti e 15 i minuti”.