Un altro pezzo di storia se ne va: si è infatti spento ad ottant’anni Ginger Baker, leggendario batterista dei Cream, uno dei più innovativi e influenti della musica rock.
Per i pochi che non li conoscessero, i Cream sono stati un gruppo rock britannico, tra i più celebri della fine degli anni Sessanta, capaci con i tre album Fresh cream (1966), Disraeli gears (1967) e Wheels of fire (1968), di attualizzare il blues, introducendovi influenze pop-rock, e lo diffusero tra il grande pubblico in una forma aggressiva e pirotecnica.
La notizia è stata diffusa dalla famiglia: “Siamo molto tristi nell’annunciare che Ginger è morto pacificamente in ospedale questa mattina, grazie a tutti per le gentili parole delle ultime settimane”.
Nato a Lewisham, a sud di Londra, Peter Edward Baker, soprannominato Ginger, ha iniziato, da ragazzino, il suo percorso artistico prendendo lezione dal batterista jazz Phil Seaman. Da giovane, non riuscendo a far decollare la sua carriera di ciclista, si dedicò alla batteria e nel 1962 rimpiazzò nel gruppo di Alexis Corner Charlie Watts, che si era unito ai Rolling Stones.
L’apice della carriera la raggiunge nel 1966 quando, insieme a Eric Clapton che, a sua volta era diventato una star suonando prima con gli Yardbirds e poi con John Mayall, e Jack Bruce al basso forma i Cream, il primo super gruppo della storia del rock.
Dopo lo scioglimento del gruppo, che già nel 1968 metteva in scena il tour d’addio alle scene, Ginger Baker ha fatto parte dei Blind Faith con Steve Winwood e Ric Grech, del gruppo fusion Ginger Baker’s Air Force e ha collaborato negli anni con artisti come Fela Kuti, gli Hawkwind, i Public Image Limited di John Lydon e i Masters of Reality.
Durante la sua vita, Baker non ha mai smesso di suonare.
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