Il cuore e le sue dieci regole per star bene
Avere un cuore in buone condizioni è un elemento importantissimo per la nostra salute. Questo vale in generale, ma ancor di più se soffriamo di altre malattie di un certo rilievo.
Con un cuore che funziona, possiamo affrontare tutto meglio. Ad esempio, affrontare sport a un certo livello con maggiore serenità, sapendo che questo avrà riverberi importanti per un fisico sano. Col cuore a posto, possiamo moltiplicare gli sforzi e, seppure sempre con attenzione, possiamo qualche volta anche eccedere negli sforzi.
In fondo, controllare il cuore periodicamente non è difficile. Se le cose stanno a posto con quest’organo, è sufficiente un controllo periodico, una volta ogni sei mesi o l’anno. Misurazione della pressione e del battito cardiaco, e mettiamoci pure un elettrocardiogramma. Tutte operazioni in fondo molto semplici: le prime due le possiamo fare direttamente da casa, la seconda abbisogna ovviamente di andare in un laboratorio specialistico o dal nostro medico che possiede l’apparecchiatura adatta.
Ma sono operazioni semplicissime. E quando andiamo dal medico di famiglia, una buona auscultazione del cuore non è mai male. Se poi qualcosa comincia a non funzionare bene, è necessaria la visita dello specialista, solitamente un cardiologo, che, a seconda dei casi, ci suggerirà analisi più approfondite. Tenendo bene a mente una cosa.
Un dolore all’altezza dello sterno, non vuol dire automaticamente l’inizio di un infarto; ma alcuni sintomi messi insieme potrebbero dar luogo a una certa preoccupazione. In tal caso, magari prima di andare di corsa al pronto soccorso, facciamo una telefonata al nostro medico di fiducia e ascoltiamo i suoi consigli. In alternativa, c’è anche la guardia medica, che ci ascolterà e saprà consigliarci capendo meglio di noi come stanno le cose.
Il tutto però, come si sa, in tempi brevi: il cuore è un organo che non ama aspettare. Proprio il 29 settembre intanto si celebra la Giornata Mondiale del Cuore, istituita dalla famosa Heart Worlf Federation, col fine di sensibilizzare la gente sulle malattie cardiovascolari. Si stima che queste causino ogni anno più di 17 milioni di morti. Nel nostro Paese costituiscono la principale causa di morte.
Annualmente dai nosocomi italiani vengono dimesse circa centomila persone dopo un infarto miocardico, ottantasettemila dopo angioplastica coronarica, ventinovemila dopo un intervento di bypass aorto-coronarico, ventunomila dopo un intervento sulle valvole e sui grossi vasi. Per quel che riguarda i fattori di rischio, questi sono generalmente riconducibili a malattie del metabolismo, neurodegenerative e oncologiche. Malissimo fa anche il fumo e non depone bene la condizione di sovrappeso, la sedentarietà, il diabete, l’eccesso di colesterolo, l’ipertensione.
Il controllo di questi fattori può ridurre il rischio di infarto anche dell’80%. Ricorda il direttore dell’IRCCS Maugeri di Pavia, il dott. Ropberto Pedretti: L’inattività è un fattore di rischio, esattamente come avere il colesterolo alto, il diabete o essere un fumatore.
Secondo i dati dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare, la metà degli uomini italiani non sa di avere la pressione alta e di conseguenza non la tratta, mentre è andata peggiorando, negli uomini e nelle donne, l’obesità: il 25% degli italiani è obeso o in sovrappeso; il 50% degli uomini e il 30% delle donne. Fenomeni che dipendono dall’inattività fisica di molti: il 30% delle donne e oltre il 40% degli uomini.
Fra le regole per un cuore sano, ci sono:
- Non fumare
- Seguire la dieta mediterranea
- Conoscere i propri fattori di rischio, ad esempio la pressione arteriosa
- Praticare attività fisica regolarmente
- essere positivi verso la vita
- verificare il russamento e le eventuali apnee notturne
- Non trascurare la salute della bocca
- Non cambiare i farmaci per il cuore senza consenso del medico
- Non ignorare la pressione e la glicemia
- Fare delle viste periodiche