Da giorni ormai, col numero di vittime che continua vertiginosamente a salire, i più chiedevano una svolta ancora più decisa nel chiudere tutte le attività in Italia e nella notte di sabato il premier Giuseppe Conte li ha “accontentati”.
Col viso teso e le solite maniere misurate, Conte ha dichiarato: “Chiudo tutte le attività non strategiche per il Paese” di fronte alla “crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra: la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova”.
Ed ancora: “Il motore dell’Italia si rallenta – dice – ma non si ferma”.
Da domenica 22 marzo, e fino al 3 aprile, chiuderanno quindi tutte le attività produttive non essenziali, le fabbriche e i servizi non indispensabili.
Per il resto dei casi, saranno consentite altrimenti attività lavorative di smart working.
Ma attenzione, il premier invita alla calma: “Non ci sarà nessuna restrizione sui supermercati, nemmeno riduzioni di orario, non c’è ragione di creare code. Resteranno aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali e assicurativi”.