Troppo spesso si tende a generalizzare, in un senso o nell’altro: come è vero che un intero popolo straniero non può essere condannato o sminuito per il gesto di un solo suo cittadino, il beneficio del dubbio va concesso anche agli italiani nel loro complesso, che da mesi ormai vengono insistentemente accusati di razzismo.
Se è invero, infatti, che ci sono italiani che godrebbero nel vedere barconi affondare, italiani che si rifiutano di affittare case o dare lavoro agli extracomunitari, italiani realmente intolleranti e razzismi, ce se sono altrettanti generosi, accoglienti, fraterni, che nelle scorse ore ad esempio sono scesi, in massa, nelle strade di Milano per dire basta proprio al razzismo.
“People – Prima le persone“, questo il nome della manifestazione che ha visto sfilare un lungo corteo da corso Venezia fino a piazza Duomo, contro tutte le discriminazioni. La manifestazione è stata organizzata da Insieme Senza Muri, Anpi, Acli, Sentinelli, Mamme per la pelle e Action Aid, che vuole sfidare il governo sul terreno dell’integrazione.
“Una grande iniziativa pubblica per dire che vogliamo un mondo che metta al centro le persone. La politica della paura e la cultura della discriminazione viene sistematicamente perseguita per alimentare l’odio e creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarietà“, si legge nel comunicato ufficiale.
In un “momento di grande cambiamento” per il Paese “è questa la nostra visione di Italia”, ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala per il quale in questo momento “ci troviamo a uno spartiacque” a livello di società. “Siamo 200 mila, questa è l’Italia che dice basta”.
I numeri sono da record: 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 presenti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace.