Nelle ultime settimane sono stati registrati 30 casi di morbillo, secondo quanto si apprende il virus arriverebbe dall’Est Europa, focolaio attualmente di un’epidemia di morbillo, i dati principali arrivano da Padova.
Nel 2016 i casi di morbillo erano stati circa 844, nel 2017 fino a tutto il 26 marzo circa mille casi dunque un numero che, verosimilmente, sarà destinato a crescere fino alla fine dell’anno, le regioni interessate maggiormente sono il Lazio, la Toscana, l’Abruzzo, la Lombardia e il Piemonte.
Tornano in auge malattie che pensavamo sconfitte, le persone devono fidarsi delle istituzioni, ne parla il presidente della società italiana di pediatria nonché responsabile del reparto malattie infettive e medicina generale del Bambin Gesù di Roma.
Così come conferma una pubblicazione proprio del Ministero della Salute attraverso il portale online:
Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo in Italia.
La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni.
Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.
Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori.
“Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 – sottolinea il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella PA di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione”.
“È ora indispensabile – precisa – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione. Analogamente le amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie, così come pediatri e medici di medicina generale devono promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale”.
“Il Ministero – conclude – attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni”.