A tutti noi può capitare di trovarsi a dover fare i conti con irritazioni della cute: basta un detergente troppo aggressivo, un maglione non abbastanza morbido, una sostanza venuta a contatto accidentalmente con la nostra pelle per irritarla e provocare degli antiestetici e soprattutto dolorosi arrossamenti.
Questi, con un po’ di pazienza ed attenzione, aiutandosi anche con una crema lenitiva, vanno via in una manciata di giorno, a patto però che non ci si trovi dinanzi ad una patologia più aggressiva, come ad esempio la psoriasi: di cosa si tratta?
La psoriasi è un’infiammazione cronica e recidivante della pelle, che però fortunatamente non è contagiosa e non è infettiva.
Alla base vi è un processo immunologico: alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti, stimolano le cellule cutanee a riprodursi molto più velocemente del solito. Lo strato superficiale della pelle si rinnova quindi nel giro di soli 5 o 6 giorni, mentre abitualmente ne impiega circa 28.
La causa è multifattoriale: conta molto la predisposizione genetica, ma anche fattori psicogeni ed emotivi (lutti, incidenti), fisici (ferite, traumi, lesioni), farmaci (fans, betabloccanti, litio), infettivi (episodi febbrili, faringite streptococcica nei bambini).
Le lesioni cutanee sono localizzate o generalizzate, per lo più simmetriche, e causano prurito, bruciore e dolore.
La psoriasi si manifesta spesso tra i 15 ei 35 anni, ma può esordire a qualunque età.
A oggi non esistono percorsi di cura omogenei e il trattamento è basato fondamentalmente sul controllo dei sintomi, anche se nella stragrande maggioranza dei casi non è una malattia che compromette la funzionalità della pelle nel suo complesso e quindi con qualche accortezza vi si può tranquillamente imparare a conviverci.
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