Qual è il significato del termine ipocondria? E che cos’è? Come si manifesta e quali le cause?
Noi e le malattie, noi e il nostro corpo. Siamo nati per soffrire, dice la vulgata; ma in realtà soffrire non piace a nessuno e tanto meno avere malattie. Perciò ci predisponiamo per cercare di stare bene il più possibile, anche se non sempre ci riusciamo. Ci sono quelli che le malattie le sopportano bene, e quelli che non le sopportano per niente; specialmente da giovani, le considerano una sorta di inaccettabile deviazione degli standard della vita, e così tendono non solo a evitarle al massimo, ma anche a non dichiararle.
In verità, per evitare il più possibile di ammalarci, indipendentemente dagli atteggiamenti psicologici, dovremmo adottare alcuni accorgimenti essenziali, che sono in definitiva atteggiamenti di igiene quotidiana. La prima regola è non mangiare troppo e cercare di mangiare bene. Sarà una cosa scontata, ma alla fine non sono molti quelli che seguono questo consiglio basilare. Se ogni tanto ci ricordassimo che il nostro Paese è rinomato nel mondo anche per la famosa dieta mediterranea, faremmo un favore, oltre che agli altri, anche a noi stessi.
Meno grassi, meno fritti, meno cibi elaborati, e massima attenzione a quello che ci offre madre natura nella straordinaria penisola (isole comprese) nella quale viviamo. Vale a dire frutta di stagione, tanta verdura, pesce, pane e pasta in quantità moderate. Dentro questi alimenti, con qualche rara eccezione, c’è praticamente tutto ciò di cui il nostro organismo ha bisogno. E invece no; tendiamo a mangiare in maniera smodata, e anche qualitativamente molto peggiore.
Compresi i nostri figli, visto che dalle ultime statistiche risulta che in Italia ci sono più bambini obesi che in altre parti d’Europa. E poi c’è da considerare l’altro segreto, che in definitiva non è affatto tale: lo sport. Anche questa sembra una cosa banale che nemmeno si dovrebbe dire. Eppure non siamo un Paese di sportivi in senso pieno: spesso lo siamo in senso passivo, quando facciamo il tifo per una squadra di calcio o di pallacanestro. Anche qui non va.
Lo sportivo vero è quello che fa il tifo e fa pure sport. La qual cosa, come noto, tende ad allontanare le malattie, anche quelle importanti, nonché predispone mentalmente e intellettualmente molto meglio per lavorare e per altre attività. Eppure ci sono quelle persone, fortunatamente non moltissime, che magari sono delle igieniste, mangiano in maniera corretta, fanno attività fisica. Ma hanno una paura terribile delle malattie. Una paura ingiustificata, naturalmente, come buona parte delle paure.
Ipocondria siamo tutti malati immaginari?
Questo terrore fa vivere le male le persone, e le rapporta negativamente col resto delle altre, nei contesti sociali. Abbiamo sentito parlare qualche volta di ipocondria, vero? Certo che sì; e magari qualche volta non siamo riusciti a capire questo termine. Bene, avete presente il celeberrimo “Malato Immaginario” di Moliere?
Ebbene l’ipocondria è proprio questo, la paura ingiustificata e pressoché costante di ammalarsi. E’ un disturbo psichico vero e proprio caratterizzato dalla preoccupazione immotivata ed eccessiva di contrarre delle malattie.
Ne consegue che appena l’ipocondriaco nota una benché minima alterazione del proprio status fisico, immediatamente il pensiero va alla malattia, e magari anche alla malattia grave. Problemi gastrointestinali di lieve entità, palpitazioni cardiache, dolori muscolari, sono amplificati a dismisura nella psiche dell’ipocondriaco. E spesso, anche quando dopo le dovute visite mediche non si è riscontrato nulla, il paziente continua ad avvertire gli stessi sintomi. Insomma, siamo di fronte a dei veri e propri malati immaginari.
Questa patologia è solitamente cagionata da stati d’ansia più o meno importanti e persistenti, che conducono alla conosciuta forma nevrotica. Tuttavia esistono anche casi gravi, con presenza addirittura di deliri e di allucinazioni. In questi casi l’ipocondria è definita come un disturbo somatoforme, paragonabile cioè alle malattie psicosomatiche.
Maschi e femmine sono colpiti in egual misura da questa patologia, mentre la fascia di età maggiormente colpita è quella fra i 40 e i 50 anni.