Nessuno, in questo momento, sarebbe pronto a scommettere che la coalizione di governò reggerà un’intera legislatura: i due gruppi di maggioranza hanno idee troppo diverse, sovente contrapposte e i leader non sono certamente di quelli capaci di fare un passo indietro per il bene comune.
Certo molti problemi e tensioni sono state risolti invocando il contratto di governo come un sacro Graal, ma non si fa in tempo a risolvere una questione che ne spuntano tre ancora più insidiose.
Nelle scorse ore sono state fatte dichiarazioni al vetriolo, ad esempio, per l’accordo stipulato dal ministro del lavoro, Luigi Di Maio, con i cinesi.
Per il vicepremier Salvini la Cina non è un’economia di libero mercato, ma il capo politico M5S ha risposto:
“Lui ha il diritto di parlare, io ho il dovere di fare i fatti”.
“Per noi oggi è un giorno importantissimo, un giorno in cui vince il Made in Italy, vince l’Italia, vincono le imprese italiane. Abbiamo fatto un passo per aiutare la nostra economia a crescere”, ha poi aggiunto dopo la firma del Memorandum con la Cina. “Solo gli accordi firmati qui oggi in sostanza valgono 2,5 miliardi di euro – ha sottolineato – Accordi che hanno un potenziale di 20 miliardi di euro”.
Ma Matteo Salvini sembrerebbe profondamente irritato anche con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Conte ha compiuto un atto violento contro il ministro Fontana e si è messo a fare il fenomeno in Consiglio dei ministri”.
Salvini quindi ai giornalisti non fa altro che asserire che il governo “durerà altri cinque anni”, ma al gruppo di fedelissimi invece non nasconderebbe la propria insoddisfazione.