Le immagini di Corinaldo, trasmesse da tutti i media nelle ore successive alla tragedia, le abbiamo ancora tutti dinanzi agli occhi: centinaia di ragazzini, quasi bambini, accalcati verso l’uscita, sospesi su una passerella di legno che all’improvviso crolla, trascinando con sé ben sei vite, 5 minorenni e una mamma.
Come gli inquirenti hanno ricostruito, il tutto per una “ragazzata”: uno spray al peperoncino spruzzato in attesa dell’esibizione di Sfera Ebbasta, che non era neppure ancora presente in loco, quindi non aveva nessuna colpa.
Certo, nessuna responsabilità diretta, ma almeno dal giovane artista ne giorni seguenti ci si sarebbe aspettato un comportamento consono alla situazione, ma così non è stato: qualche parola di cordoglio, poi la solita vita, la solita routine, le solite foto esagerate sui social, persino un “grazie” al 2018 per tutti i successi raggiunti. Come se nel 2018 non fossero morte sei persone ad un suo concerto.
Dinanzi a tale comportamento arriva lo sfogo, amarissimo, di Donatella Magagnini, la mamma di Daniele Pongetti, una delle vittime che su Facebook scrive: «Tu e i tuoi collaboratori imparate a non giocare con i sogni dei ragazzini che, pur avendo pagato, sono stati presi in giro e sono morti nell’attesa che tu arrivassi».
Poi aggiunge un riferimento agli scatti condivisi dal cantante sui social: “Smettile di postare foto da idiota con il tuo “pacco”… Ricordati che il regalo più grande te lo sei fatto portandoti sulla tua coscienza 6 morti”.
Poi l’attacco finale: “Premetto che la mia considerazione per Sfera è meno di zero ma comincia a farmi incaz*are. Si è fatto vivo solo dopo molti giorni dalla tragedia, per salvarsi la faccia, si è tatuato le stelline e mi ha fatto arrivare una sua lettera privata dove diceva che lui era molto provato e pronto a mettersi a disposizione per qualsiasi cosa. Dopo poco ha pubblicato la stessa lettera sui social naturalmente ricordando le date dei concerti così come se niente fosse accaduto.
Ecco caro Sfera colgo l’occasione per risponderti sui social, è più cool. Se davvero eri così addolorato e colpito dell’accaduto, io al tuo posto, se è vero che stavi arrivando alla Lanterna, sarei venuto a verificare sul posto a vedere che era successo. A te non riesco nemmeno a considerarti, ma ce l’ho a morte con i tuoi collaboratori, i tuoi manager, la tua casa discografica… Penso che sia il loro lavoro preoccuparsi di organizzare al meglio i tuoi concerti o dj set…verificare i locali dove devi cantare. Eh sì perché la tua fama è mondiale e non puoi cantare in ex magazzini. Ciao Gionata, in bocca al lupo per la tua carriera da grande artista”.
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