Comunemente, quando si parla di alcol, si parla di consumo responsabile, cioè un consumo moderato e consapevole, del tutto compatibile con la vita personale e sociale delle persone. Bere senza avere il controllo, bere nel momento, nel luogo e per motivazioni sbagliate significa invece bere in maniera non responsabile.
È definita moderata una quantità giornaliera di alcol equivalente a non più di 2-3 Unità Alcoliche (36 grammi) per l’uomo, non più di 1-2 Unità Alcoliche (24 grammi) per la donna e non più di 1 Unità Alcolica (12 grammi) per l’anziano.
Una Unità Alcolica (U.A.), corrispondente a circa 12 grammi di etanolo, è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico.
Al di sotto di queste cifre, teoricamente, non ci dovrebbero essere conseguenze negative per la propria salute: ma è veramente così?
Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, ha pubblicato i risultati di uno studio molto accreditato condotto sulle cause di malattia e morte nel mondo legate al consumo di alcol e i risultati chiariscono come non esiste nessuna “soglia” di sicurezza.
Nella ricerca, finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation e condotta da due ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation alla University of Washington negli Stati Uniti, si dice che l’alcol è uno dei principali fattori di rischio per la mortalità prematura e l’invalidità.
Lo studio, più nello specifico, valuta il livello di consumo di alcool e gli effetti sulla salute in 195 Paesi, tra il 1990 e il 2016.
A quanto pare, circa 2,4 miliardi di persone in tutto il mondo, cioè una su tre, bevano alcolici: un quarto della popolazione mondiale femminile e il 39 per cento di quella maschile. La Danimarca è il paese con più bevitori e bevitrici (il 95,3 per cento delle donne e il 97,1 per cento degli uomini). Il Pakistan è quello che ha il minor numero di bevitori (0,8 per cento) e il Bangladesh quello che ha il minor numero di bevitrici (0,3 per cento). Gli uomini che bevono di più sono in Romania e le donne che bevono di più sono in Ucraina.
L’alcool ha provocato 2,8 milioni di morti nel 2016, viene sottolineato: solo nel 2016 il consumo di alcool è stato il settimo fattore di rischio di decessi prematuri e di invalidità nel mondo e la principale causa di morte tra le persone dai 15 ai 49 anni.
Tra i tanti effetti negativi, spicca il dato secondo cui il consumo di alcol può causare il cancro per chi ha più di 50 anni, e specialmente nelle donne: in tutto il mondo, il 27,1 per cento delle morti per cancro nelle donne e il 18,9 per cento negli uomini oltre i 50 anni sono correlati alle abitudini alcoliche.
E per chi si chiede se il rischio aumenta con l’aumentare delle quantità, la risposta è incontrovertibile: lo studio dice chiaramente che anche un consumo occasionale è dannoso per la salute, che non ci sono “livelli sicuri” e che di conseguenza i governi dovrebbero consigliare alle persone non un basso consumo, ma un’astensione totale.
“Diversi studi precedenti”, spiega Max Griswold, uno degli autori del lavoro, “avevano scoperto un effetto protettivo dell’alcool in alcune condizioni, ma le cifre mostrano che il bilancio netto, in termini di rischio per la salute, è sempre negativo, indipendentemente dalla quantità di alcool assunto. In particolare, la forte associazione tra consumo di alcool e insorgenza di cancro, incidenti e malattie infettive oscura completamente l’effetto protettivo”.
“Sebbene il rischio sia relativamente piccolo con una porzione di alcool al giorno”, chiosa l’esperto, “questo aumenta molto rapidamente al crescere delle quantità assunte. Ragion per cui bisognerebbe potenziare ulteriormente le politiche educative volte a ridurre il consumo di alcool sempre e comunque”.