Dieta mediterranea aiuta a proteggere dagli effetti negativi dello smog

Nata semplicemente come uno stile di vita tipico delle zone che si affacciano sul bacino del Mar Mediterraneo ed inizialmente studiata da Lorenzo Piroddi (medico italiano che la utilizzava nella cura delle malattie del ricambio) e successivamente approfondita da Ancel Keys (ricercatore statunitense che avviò il famoso esperimento Seven Countries Study), la Dieta Mediterranea è oggi considerata una vera e propria terapia nutrizionale.

A sancirne la sua importanza contribuisce anche l’Unesco, con l’iscrizione della Dieta Mediterranea all’interno del Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

I benefici della dieta mediterranea si evincono a livello sistemico: non solo una parte del corpo ne è avvantaggiato ma tutto l’organismo è interessato dal suo effetto positivo.

Numerosi studi hanno dimostrato che uno stile alimentare ispirato ai princìpi della Dieta Mediterranea è in grado di ridurre il rischio di ammalarsi di cancro. Grazie all’elevato contenuto di grassi insaturi, fibre, vitamine e oligoelementi, con azione anti-radicali liberi, la dieta mediterranea ha un importante potere anti-infiammatorio e anti-ossidante.

La dieta mediterranea ha anche un effetto protettivo verso diverse patologie croniche. Una delle caratteristiche più importanti sembra essere un corretto bilanciamento tra macro e micronutrienti. Tra i micronutrienti le vitamine sono essenziali per il benessere dell’organismo e la dieta mediterranea garantisce un adeguato introito di vitamine sia idro che liposolubili.

È inoltre un importante alleato contro la sindrome metabolica, ossia quell’insieme di condizioni (obesità, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemie) che espongono un soggetto a elevato rischio cardiovascolare.

Ma ora tra i suoi vantaggi ce ne sarebbe un altro: protegge dallo smog e attenua gli effetti negativi dell’inquinamento sulla salute. Lo rivela uno studio condotto presso la New York University e presentato in occasione del meeting della American Thoracic Society (ATS), in corso a San Diego.

Lo studio ha coinvolto per 17 anni un totale di 548.699 persone (con un’età media di 62 anni all’inizio dello studio).

Il campione è stato diviso in cinque gruppi a seconda del livello di adesione ai precetti della dieta mediterranea (con consumi elevati di frutta e verdura, legumi, pesce, olio di oliva, carne bianca e ridotti consumi di cibo spazzatura e carne rossa) e del livello individuale di esposizione all’inquinamento atmosferico, stimato sulla base della zona di residenza di ciascun partecipante. Durante il periodo di monitoraggio sono stati registrati oltre 12mila decessi.

La mortalità è risultata più elevata nelle aree più inquinate ma è stata più contenuta – a parità di livelli di inquinamento – tra le persone fedeli alla dieta mediterranea.

Sempre secondo la ricerca, la dieta mediterranea ridurrebbe anche l’incremento della mortalità per cause cardiovascolari indotto dall’inquinamento.

Ad esempio la mortalità per infarto aumentava del 20% per ogni aumento di 10 unità di volume di particolato fine tra coloro che non seguivano la dieta mediterranea e del 5% tra coloro che invece adottavano rigorosamente tale dieta. Analogamente, la mortalità per infarto sale del 12% per ogni aumento di volume di ossido di azoto (NO2) tra coloro che non mangiano secondo la tradizione mediterranea, e di solo il 4% tra i seguaci di questa dieta.

Il perché è presto detto: l’alimentazione sana contrasta gli effetti dell’inquinamento aumentando l’apporto di molecole antiossidanti (come le vitamine) che sono uno scudo efficace contro i radicali liberi, anche quelli messi in circolo dallo smog.

Del resto è risaputo che assumere vitamine, in questo caso attraverso alimenti come il pesce, l’olio d’oliva e le verdure  tipici della dieta mediterranea, riduce il rischio di malattie derivanti da inquinamento atmosferico.

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