Amy Winehouse torna a rivivere in tour con un ologramma
Con l’avvento della tecnologia per creare immagini, in questo caso anche di celebrità defunte, è molto probabile che possano essere sfruttate anche, e soprattutto, per fini commerciali.
Come riferisce documentjournal.com Amy Winehouse torna nuovamente in tour. Sarà in effetti un ologramma della deceduta cantante vincitrice di Grammy andrà in un tour nordamericano. Il padre di Winehouse, Mitch Winehouse, ha lavorato con lo studio tecnologico di ologramma Base Entertainment, per garantire l’accuratezza del suo ologramma. La Reuters riferisce che i profitti dello spettacolo andranno alla Amy Winehouse Foundation, un ente di beneficenza che fornisce servizi di riabilitazione per le persone che non possono permetterseli da soli.
Gli ologrammi di celebrità morte sono diventati uno spettacolo quando ad esempio Tupac Shakur è salito sul palco del Coachella al fianco di Snoop Dog e Dr. Dre nel 2012. Il rapper era morto da 12 anni e anche se la sua apparizione tecnicamente non era un vero e proprio ologramma ma piuttosto un semplice trucco legato alla luce riflessa su un vetro luce utilizzata dal vetro ma il suo effetto sul pubblico era essenzialmente lo stesso, con i video della performance di Tupac che sono diventati poi virali. Sei anni dopo, la domanda resta ancora attuale ovvero se l’industria degli ologrammi delle celebrità morte potrebbe essere addirittura il futuro dell’intrattenimento, o se è solo una moda insostenibile.
La storia dell’ologramma della celebrità decedute non ha molti seguiti, anche se Digital Domain, la società che ha creato Tupac, ha vinto un premio speciale ai Lions di Cannes per l’ologramma appunto di Tupac, ma successivamente ha presentato istanza di fallimento tre mesi dopo. Negli Stati Uniti, ora ci sono due grandi compagnie di ologrammi: Hologram USA e Pulse Evolution. Hologram USA stava pianificando un tour dell’ologramma di Whitney Houston nel 2016, ma è stato chiuso dalla famiglia del cantante defunta in uno scontro che ha provocato una violazione della causa contrattuale intentata contro la famiglia nel 2017. Secondo Vox, Hologram USA detiene i diritti esclusivi per ricreare Patsy Cline, Billie Holiday e Jackie Wilson. Pulse Evolution, costituita dagli avanzi di Digital Domain, possiede i diritti esclusivi per far risorgere Marilyn Monroe, Elvis Presley e Selena. A marzo 2016, prima di quella che sarebbe stata una performance di Michael Jackson ai Billboard Music Awards del 2014, Hologram USA ha citato in giudizio Pulse per violazione di brevetto. Un accordo poi è stato raggiunto a marzo 2016.
Base Hologram, la compagnia che sta facendo il tour di Amy Winehouse, è solo una compagnia minore nel gioco degli ologrammi. Ha lanciato una divisione di ologrammi solo nel gennaio di quest’anno, ma ha in programma di avviare più tour nazionali e creare rappresentazioni teatrali permanenti. A livello tecnico, la generazione di questi ologrammi potrebbe essere noiosa, ma non dovrebbe essere necessariamente difficile. Il produttore esecutivo di Base Hologram Marty Tutor ha detto a Voxper che per rendere l’ologramma di Amy Winehouse, la compagnia avrebbe dovuto iniziare assumendo un’attrice che le somigliava fisicamente. Base userebbe quindi la registrazione video per creare una serie di movimenti. A meno che Winehouse non abbia mai fatto una scansione 3D del suo viso, la società avrebbe dovuto quindi passare attraverso un processo per fare una ricostruzione digitale di esso. La capacità di realizzare ricreazioni digitali di celebrità decedute è, per le aziende specializzate, una novità tecnologica sempre più accessibile.
L’ottenimento dei materiali necessari per rendere un ologramma di una celebrità morta, riporta a tutta una serie di problemi legali, e la tecnicità del processo è ancora non proprio ordinata nei minimi particolari. Per creare un ologramma di un’artista defunto, un’azienda deve concedere in licenza la musica e i video dell’artista così come qualsiasi immagine della celebrità che deve essere utilizzata per creare l’ologramma. Ma diventa ancora più complicato. Le celebrità viventi hanno un “diritto alla pubblicità“, il che significa che hanno il diritto di guadagnare denaro da se stessi, dalle loro voci, dai loro volti e persino dalle espressioni. In 23 stati, il diritto alla pubblicità trascende la morte, con tempistiche che variano da 10 a 100 anni in tutto il paese.
Con un diritto alla pubblicità postmortem, la famiglia e chi detiene i diritti della celebrità deceduta spesso fanno profitti che durano anni. Se negoziati a loro vantaggio, gli ologrammi potrebbero rendere per loro, in effetti, ancora più soldi. Ma non si tratta solo dei profitti. C’è qualcosa che fa pensare nel trasformare il corpo di una persona morta in un burattino per utilizzo commerciale. Una cosa è sfruttare l’eredità, mentre ricreare un personaggio facendolo camminare, parlare, cantare riproponendo appunto l’immagine vera e propria di una persona morta significa essenzialmente creare una sorta di fantasma. C’è anche la questione della pertinenza e della sostenibilità. Dopotutto, il successo dell’ologramma delle celebrità dipende in gran parte dalla novità. Una volta che l’esaltazione per la “novità” questa svanisce.