Le scuole paritarie hanno proclamato due giorni di sciopero
L’Italia in queste settimane ha dovuto affrontare talmente tante questioni che alcune sono state quasi del tutto dimenticate: quale sarà, ad esempio, il destino delle scuole paritarie?
E si tratta, certo, di assicurare a tutti gli studenti una valida alternativa alle scuole statali ma non solo: migliaia di docenti e collaboratori rischiano di perdere il proprio lavoro se questi istituti non verranno adeguatamente aiutati e supportati e quindi non riusciranno più a riaprire i battenti.
Per far sentire la propria voce e le proprie ragioni, per la prima volta le scuole pubbliche paritarie annunciano un’astensione dalle attività scolastiche per il 19 e 20 maggio.
Attualmente si calcola che saranno almeno 30 mila i docenti appartenenti alle scuole paritarie destinati a perdere il lavoro. Lo studio è stato fatto dalle scuole cattoliche – che vanno dagli asili fino al liceo, una realtà che riguarda 900 mila alunni, 12 mila istituti per un totale di 180 mila tra docenti e personale – in base al mancato aiuto alle famiglie da parte del “governo giallorosso”.
Lo slogan delle due giornate sarà #Noisiamoinvisibiliperquestogoverno e sarà esposto sui siti delle scuole che, al posto delle lezioni, saranno impegnate a «diffondere i temi della libertà di scelta educativa, del diritto di apprendere senza discriminazione, della parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, della libera scuola in libero stato» e lanceranno «appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale del nostro Paese», si legge in una nota congiunta firmata dalla presidente dell’Usmi, madre Yvonne Reungoat e dal presidente della Cism, padre Luigi Gaetani.