Cannabis, anche Oms riflette sulla sua effettiva pericolosità
La Cannabis o canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae.
Nata in Asia Centrale, la cannabis è utilizzata per scopi medici, spirituali, religiosi o ricreativi (tramite inalazione o vaporizzazione) da almeno 5.000 anni.
Si sa per certo che gli Ariani fumavano cannabis e probabilmente furono proprio gli ariani ad insegnarne le proprietà della cannabis sia ai popoli indiani (probabilmente ci si riferisce alla Cannabis quando nei Veda, i testi sacri Hindu, si parla di allucinogeni intossicanti) che agli antichi Assiri. Un trattato di farmacologia cinese attribuito all’Imperatore Shen Nung, datato 2737 a.C., contiene probabilmente il primo riferimento all’utilizzo della cannabis come medicina.
La data in cui la cannabis è stata introdotta in Europa centrale, settentrionale e occidentale è sconosciuta, ma probabilmente risale ad almeno 500 anni prima di Cristo, in quanto a Berlino è stata ritrovata un’urna contenente foglie e semi di cannabis risalente a circa 2.500 anni orsono.
Ma con il termine “Cannabis” o “Cannabinoidi” si comprendono anche tutte le sostanze psicoattive che si ottengono dalla Cannabis sativa o, meglio, dalle infiorescenze femminili di tale pianta. Il termine comprende circa 60 componenti attivi fra cui i più importanti sono: il tetraidrocannabinolo (THC), componente attivo primario il cannabidiolo (CBD) il cannabinolo (CBN). I derivati della cannabis sono le più diffuse ed usate droghe illegali.
Negli anni, la cannabis è stata quindi considerata un “farmaco” utile in diverse malattie, senza effetti collaterali, ma parallelamente anche una sostanza che può indurre dipendenza, e alla lunga provocare danni al fisico e alla mente.
Una continua battaglia, quindi, tra sostenitori e detrattori, ma qualcosa potrebbe cambiare e far pendere definitivamente la bilancia da un lato: per la prima volta in assoluto la cannabis potrebbe essere depennata dalla lista stilata dall’Organizzazione Mondiale della Salute sulle droghe.
A renderlo noto Marco Perduca, ex senatore radicale e membro dell’Associazione Luca Coscioni, presente nei giorni scorsi a Ginevra durante la sessione aperta della Commissione di Esperti sulle Dipendenze da Droga dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che per la prima volta nella storia delle Nazioni Unite avvierà una revisione delle proprietà terapeutiche della cannabis.
Attualmente, la cannabis è inserita nella Tabella I (altamente additiva e soggetta ad abuso) e nella Tabella IV (sostanze incluse nella Tabella I raramente utilizzate nella pratica medica) della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961. Questo incrocio di collocazioni complica, e di fatto impedisce, la ricerca sui componenti attivi della pianta a causa delle difficoltà amministrative che gli scienziati incontrano per avere accesso alle sostanze.
Nel corso degli ultimi decenni le definizioni ambigue delle sostanze legate alla cannabis e poste sotto controllo internazionale, oltre che la classificazione delle sue infiorescenze, resine ed estratti come “stupefacenti” e i suoi composti attivi come “sostanze psicotrope” sono state stigmatizzate in passato tanto dal Comitato di esperti dell’Oms quanto la giunta internazionale sugli stupefacenti, ed ecco quindi la necessità di procedere a revisione.
Nei prossimi mesi, quindi, le Nazioni Unite saranno messe di fronte alla necessità di bilanciare il “principio di precauzione” proibizionista con le novità tecno-scientifiche occorse in tutto il mondo recentemente.
Per giungere a una decisione finale dovranno essere studiati gli aspetti chimici, farmacologici, tossicologici, epidemiologici nonché gli usi terapeutici della pianta.