Anche la Virgin Australia naviga in cattive acque
Tra i settori più penalizzati da questa pandemia c’è senza dubbio il comparto aereo: da centinaia di voli al giorno che collegavano un punto all’altro del globo, ora ne sono rimasti poche decine, che volano quasi vuoti.
Molte compagnie aeree hanno deciso di fermare del tutto i propri aerei, molte altre assicurano i collegamenti essenziali, costrette però a mettere migliaia di dipendenti in cassa integrazione.
E, visto che ci vorrà ancora molto per riaprire tutti i confini e tornare alla “normalità” dei viaggi di piacere, la situazione si fa sempre più drammatica.
In queste ore l’imprenditore Richard Branson, proprietario della compagnia aerea Virgin Atlantic, ha chiesto al governo britannico un prestito per aiutare la società a resistere alla crisi dovuta al coronavirus.
“Insieme al team di Virgin Atlantic, faremo tutto il possibile per mantenere in vita la compagnia – scrive Branson – ma avremo bisogno del supporto del governo per riuscirci a fronte della grave incertezza sulle prospettive del settore dei viaggi e non sapendo quanto a lungo gli aerei rimarranno a terra“.
Branson ha detto comunque che intende ripagare i soldi che chiede in prestito – che secondo BBC sarebbero più di 500 milioni di euro – e si è anche detto disponibile a ipotecare Necker Island, l’isola privata delle Isole Vergini Britanniche di cui è proprietario.