Nicola Zingaretti, ieri il giorno della proclamazione ufficiale a segretario del Pd

Archiviata definitivamente l’esperienza con a capo Matteo Renzi, il Partito democratico ha dato voce ai suoi elettori che, senza tentennamenti, hanno designato Nicola Zingaretti come nuovo segretario.

E nella giornata di ieri si è tenuta la proclamazione ufficiale, con la ratifica dell’Assemblea del Pd riunita all’hotel Ergife di Roma, al cospetto di oltre duemila persone.

Paolo Gentiloni è stato invece eletto presidente del partito con 86 astenuti e nessun contrario.

“Serve un nuovo partito, il nuovo Pd. L’organizzazione dovrà cambiare, forse dovrà cambiare tutto e dovremo crederci tutti perché tutti saremo chiamati a dare il nostro contributo”, ha detto nel suo primo discorso il neo segretario, sottolineando quindi la necessità di rinnovamento.

“Dobbiamo rimettere al centro la persona umana – ha poi detto Zingaretti – come hanno fatto le ragazze e i ragazzi scesi in piazza per il clima. Serve più riformismo per affrontare il futuro. Dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per stare meglio tutti”.

Altro obiettivo è “ricostruire una classe dirigente italiana. Mettiamoci alle spalle le contese sugli equilibri interni, avviamo una dialettica nuova tra le componenti. Non dobbiamo più neppure lambire una politica lontana dalla vita”.

Naturalmente non poteva mancare l’attacco diretto al governo gialloverde:

“Su tutte le questioni più urgenti abbiamo un governo che pronuncia solo degli imbarazzanti ‘ni’ con un fraseologia tipica della prima repubblica. L’Italia è un grande paese che non si governa con i ‘ni’, no si governa con l’immobilismo. Così l’Italia galleggia malamente, con la prospettiva di affondare presto se non si fa qualcosa”.

Riuscirà Zingaretti a invertire la rotta di un partito che negli ultimi mesi ha continuato a perdere consensi?