NASA, la sonda Osiris-Rex approda sull’asteroide Bennu
Sull’asteroide Bennu sta per atterrare la sonda della NASA Osiris-Rex
C’è grande fermento spaziale in queste ultime settimane. La Nasa ha messo a segno due successi importanti in poco tempo. Prima l’ammartaggio, si dice così, della sonda Insight sul pianeta rosso, con il suo carico di strumenti scientifici ad altissima tecnologia.
L’arrivo a terra della sonda è stato un vero successo, dopo un viaggio di oltre cento milioni di chilometri. Ora il rover potrà compire la sua missione, prendendo fotografie della superficie del pianeta, effettuando misurazioni e test, e soprattutto cercando di penetrare in profondità nel sottosuolo per raccogliere campioni di roccia e analizzarli.
Già le prime foto sono state inviate e sono assolutamente spettacolari. Adesso cominciano i passi più importanti, quelli che dovranno cercare di appurare la presenza di acqua sulla superficie del pianeta e nel sottosuolo. Come noto, Marte sarà in futuro con tutta probabilità il primo pianeta colonizzato dall’uomo. Essendo il pianeta più vicino alla Terra, ed essendo le condizioni fisiche del pianeta non del tutto dissimili dal nostro, la scelta in qualche maniera è obbligata.
Ma l’acqua è fondamentale per la vita, e quindi per viverci, per cui sarà importante ottenere la prova provata, quella definitiva che l’acqua esiste, altrimenti tutto diventerà terribilmente più difficile per la permanenza dell’uomo sul pianeta. Tutt’altra cosa è invece la missione Nasa che ha condotto la sonda Osiris Rex dalle parti dell’asteroide Bennu. Lì, è possibile arrivarci e pure tornare indietro. Quindi non solo foto, analisi in loco ed esperimenti; ma anche prelievi del suolo e ritorno a casa.
L’asteroide è un sassone di circa 500 metri di diametro e sembra sia datato 4,5 miliardi di ani fa. Si trova a orbitare con moltissimi altri “sassi” delle più svariate dimensioni nella cosiddetta fascia degli asteroidi, una zona sita fra i pianeti Marte e Giove, dove per l’appunto compiono la loro orbita questi oggetti lontanissimi dalla nostra madre Terra. Osiris Rex è giunta a circa 20 chilometri da Bennu, e si è posizionata in orbita di parcheggio. Si tratta della prima volta di un satellite spaziale che entra in orbita intorno a un corpo celeste di dimensioni così piccole.
Ora inizia una fase delicatissima, un avvicinamento molto lento al pianetino, che porterà all’atterraggio (o forse asteroidaggio) in circa un anno. Il tempo impiegato è così alto perché, essendo l’oggetto molto piccolo, possiede una gravità bassissima che non consente di avvicinarsi in tempi più brevi. Questo è il risvolto negativo, ma c’è anche un risvolto positivo. La bassa gravità consentirà alla sonda di spiccare il volo senza soverchi problemi e consumando pochissima energia.
Cosa che invece non succede per le sonde atterrate su Marte. Essendo lì la gravità molto superiore, le sonde non possono lasciare il pianeta per recarsi nuovamente verso Terra. Avrebbero bisogno di quantità notevoli di carburante, e comunque di energia, che non posseggono. In ogni caso Osiris-Rex comincerà a raccogliere campioni di roccia, dopo che sarà stato identificato un luogo il più possibile sicuro e meno accidentato.
La sonda invierà sulla superficie dell’asteroide un getto d’azoto che provocherà una piccola esplosione, sollevando detriti e materiale vario, che poi saranno raccolto con uno speciale braccio robotico.
Potranno essere raccolti fino a 2 chilogrammi di materiale, dopo di che, verosimilmente a marzo del 2021, Osiris-Rex comincerà il viaggio di ritorno verso la Terra. Se non ci saranno intoppi, nel 2023 sarà tornata a casa. Qui potranno essere studiati quei materiali verosimilmente formatisi più di 4 miliardi di anni fa, in un’epoca nella quale dovrebbe essersi formata buona parte del Sistema Solare.
Bennu, con una forma grossolanamente ottaedrica, potrà aiutarci a capire meglio gli stessi meccanismi di formazione dei pianeti e in generale del Sistema Solare.