Novembre 22, 2024

Bambini a rischio insonnia se usano smartphone e tablet

Bambini a rischio insonnia se usano smartphone e tablet

Rischio di insonnia o, più in generale, di alterazione del sonno per i bambini che usano tablet e smartphone.

Lo sapevamo, ma ce lo confermano. L’uso intensivo di tablet e smartphone comporta degli scompensi non indifferenti nelle abitudini, nella quotidianità e nella psiche delle persone, soprattutto i più giovani.

Bambini a rischio insonnia se usano smartphone e tabletSi tratta di abitudini compulsive che a volte fanno davvero male. E’ una questione comportamentale e culturale.

Innanzitutto non è bello né elegante essere al cospetto di altre persone e continuare a chattare con altre, oppure utilizzare l’ultimo gioco messo a disposizione.

E’ una mancanza di rispetto verso gli altri e una mancanza di considerazione verso se stessi, perché vuol dire che certi nostri comportamenti stanno diventando patologici.

Dovremmo sempre avere la capacità e il buonsenso di utilizzare questi device elettronici se e quando è il momento, e non 24 ore su 24 o quasi: il punto sta tutto qua. Diciamo che per i meno giovani, un comportamento che tenga conto di un minimo di autodisciplina è spesso possibile: per i giovani e giovanissimi è molto più difficile.

Un sondaggio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Scientific Reports, avverte, ad esempio: “L’uso dei touchscreen impedisce ai bambini di addormentarsi”.

Nondimeno, un altro studio pubblicato su Neuron, riporta che il processo di invecchiamento ostacola il sonno profondo, e dormire male comporta peggiori performance del cervello.

Nulla di nuovo sotto il sole da questo punto di vista, intendiamoci, ma il conforto di precise ricerche scientifiche è sempre utile per accertare determinati aspetti della vita e della nostra salute.

La stessa ricerca pubblicata su Neuron, ci spiega che le problematiche del sonno notturno non possono essere risolte con le pillole.

Matthew Walker, neuroscienziato di Berkeley, sottolinea: “Le medicine sedano il cervello, non lo aiutano ad addormentarsi naturalmente”.

Da parte sua, Federica Provini, neurologo dell’Università di Bologna, spiega: “Quel che funziona meglio è la terapia cognitivo-comportamentale. Consiste nel parlare, nel riconoscere e affrontare i problemi, e nell’adottare se necessario tecniche di rilassamento. Ma in genere i pazienti insistono per avere soluzioni più facili, cioè le pillole”.

Tornando ai bambini, Scientific Reports calcola che l’uso di tablet e smartphone, è diffuso in 3 bambini su 4 tra i 6 mesi e i tre anni di età.

Il dato è incredibile e sconcertante. Ciò sarebbe la causa della perdita di 16 minuti al giorno di sonno al giorno per ogni minuto di utilizzo.

Perciò si consiglia ai genitori di stare molto attenti: meglio sopportare qualche capriccio piuttosto che accontentare sempre i propri figli se davvero vi sta a cuore il loro benessere fisico e mentale.

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