La dieta a lungo termine della mamma
La dieta a lungo termine della mamma, ovvero come perdere chili mangiando.
In letteratura esistono decine, forse centinaia di tipi di diete. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le situazioni. Naturalmente c’è gente che predilige il fai da te, e coloro che preferiscono andare dal dietologo per affrontare qualcosa di più scientifico.
La cosa migliore sarebbe quella di non arrivare a condizioni di obesità o giù di lì, ma purtroppo la gente ci arriva spesso, e già da bambini o da ragazzini. Proprio in questi ultimi tempi si è venuto a sapere che l’Italia ha un triste primato nel contesto europeo, quello dei bambini obesi.
Ciò non è affatto bello, anche considerando che il nostro Paese è noto per la famosissima ed efficacissima dieta mediterranea. Frutta, verdura, poco pane e pasta, pesce: questi gli ingredienti essenziali, con molte varianti ovviamente.
Così come è importante, anzi, fondamentale, associare a una sana alimentazione, uno sport, o comunque un’attività fisica di un certo rilievo, compatibilmente con impegni e possibilità ovviamente. E se proprio non riusciamo a fare abbastanza sport, dedichiamoci a una dieta efficace. Molte si caratterizzano per essere delle diete veloci, di poche settimane o addirittura pochi giorni, Queste non possono certo portare a risultati eccezionali, tuttavia, se fatte, bene, indubbiamente qualche risultato possono portarlo.
Poi ci sono anche le diete a lungo termine, quelle che consentono di perdere chili mangiando come voleva la mamma. Qualcuno addirittura sostiene che le diete più efficaci per perdere peso sono quelle dove si mangia normalmente, o quasi. Qualcun altro sostiene che questo è semplicemente un pretesto per rinunciare a mangiare, aspettando all’infinito che la dieta prima o poi abbia un suo effetto.
Fra i sostenitori della dieta della mamma c’è il famoso Dottor Nick Fuller, esperto di obesità. Che cosa ci dice il buon Nick, dall’alto della sua esperienza? “Siamo giunti alla convinzione che la restrizione del cibo sia la via da seguire per perdere peso, ma questa è la peggior pratica che una persona possa adottare”.
“Quello che succede è che dopo circa tre-sei mesi dalla perdita di peso risultante da un programma alimentare restrittivo, il corpo inizierà a spegnersi come parte di un meccanismo di difesa”.
“Dalla nostra ricerca al Royal Prince Alfred Hospital di Sydney sui pazienti clinici con obesità, abbiamo scoperto che il 95% di loro non soddisfa nemmeno i requisiti di base della corretta nutrizione. Non soddisfano la raccomandazione standard di cinque porzioni di verdura e due porzioni di frutta al giorno. Non hanno abbastanza calcio o ferro”.
“La chiave per una perdita di peso sana e sostenibile, è quella di mangiare cibi più nutrienti, compresi quelli che sono ricchi di proteine e fibre. Si consiglia inoltre di cucinare più pasti a casa utilizzando verdure di stagione e ingredienti integrali”.
Che dire? Bravo il dottor Fuller! E speriamo davvero che abbia ragione.
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