Rabbia, usata la saliva di un cane infetto per curare un bambino
La rabbia è una gravissima malattia infettiva a carattere zoonosico (si trasmette all’uomo). Il contagio avviene attraverso una ferita, generalmente il morso di un animale già contagiato. È necessario fare attenzione quando si entra in contatto con pipistrelli, procioni, volpi e moffette, che sono gli animali più a rischio, o un cane non vaccinato.
La Rabbia è considerata una malattia a diffusione mondiale. Risulta assente ai poli ed in Paesi come Regno Unito, Finlandia, Svezia, Grecia, Norvegia, Svizzera, Danimarca, Spagna, Portogallo e Italia.
In Italia, in particolare, la rabbia urbana è stata eradicata nel 1973. In seguito ci sono stati 3 casi di rabbia di importazione nel cane, quindi di infezione contratta dopo essere stati in paesi in cui la malattia è endemica, l’ultimo diagnosticato nel 1992.
La rabbia colpisce praticamente tutti i vertebrati omeotermi (“a sangue caldo”), anche se generalmente sono gli animali con un apparato dentario ben sviluppato (cani, volpi) ad essere più a rischio, in quanto la malattia si trasmette principalmente attraverso il morso.
Il virus che provoca la Rabbia è un virus a RNA, che fa parte dell’ordine dei Mononegavirales; appartiene alla famiglia dei Rhabdoviridae e al genere Lyssavirus. Di questo si riconoscono 7 genotipi (distinti in base alla sequenziazione genetica) e 4 sierotipi (distinti in base alla siero neutralizzazione, ovvero con l’utilizzo di anticorpi). Il sierotipo più diffuso in Europa è il tipo 1 (detto virus strada), che colpisce sia carnivori domestici che selvatici.
Generalmente, il punto di penetrazione del virus (corrispondente al punto in cui si viene morsi) è un arto, o comunque una zona ricca di muscoli dove c’è, per breve tempo, un’iniziale replicazione del patogeno.
Successivamente il virus della Rabbia migra per via meccanica, attraverso le strutture che innervano il muscolo colpito (i prolungamenti dei neuroni che nel loro insieme formano il nervo), per raggiungere il midollo spinale. Da qui, dopo essersi ulteriormente replicato, raggiunge l’encefalo. Questa fase dell’infezione è definita migrazione centripeta del virus, perché dalla periferia (punto di penetrazione), si porta a livello centrale (cervello). A questo punto inizia la cosiddetta migrazione centrifuga e per concludere il virus si diffonde poi a tutto il sistema nervoso centrale, determinando fenomeni paralitici che porteranno a morte per asfissia.
Rabbia usata saliva di un cane infetto per curare un bambino
Quando compaiono i sintomi della Rabbia ormai il soggetto colpito (uomo/animale) è destinato a perire, in quanto i danni provocati dal patogeno sono irreversibili.
Vista quindi la gravità di questa malattia sta provocando un polverone quello che è successo in Canada: una naturopata canadese ha dichiarato di aver trattato un bambino con problemi comportamentali con un trattamento a base di saliva di cane con rabbia.
Nello specifico, in base al principio che “il simile cura il simile”, siccome il bambino era stato morso da un cane e aveva reazioni violente, la dottoressa Anke Zimmermann, che vive e lavora a Victoria in Canada, ha raccontato di averlo trattato con un composto a base di saliva di cane affetto da rabbia. E ora sostiene che la cura abbia funzionato magnificamente.
“Un bambino di quattro anni con disturbi del sonno e problemi comportamentali, inclusa aggressività e violenza nei confronti dei compagni di classe, è migliorato molto grazie ad un rimedio omeopatico unico”, ha raccontato la Zimmermann sul suo blog.
“Dopo un paio di minuti dalla somministrazione del trattamento, il bambino mi ha sorriso come se tutte le luci si fossero accese” racconta ancora la Zimmerman che sottolinea di aver applicato questo trattamento più volte in passato e di aver sempre ottenuto benefici senza rischi.
Secondo la donna la saliva del cane è utile in chi soffre di paura del buio, dei cani, dell’acqua, che hanno difficoltà ad addormentarsi, che sono eccessivamente eccitabili, che soffrono di aggressività.
In seguito la naturopata ha deciso di rimuovere il post in cui raccontava la vicenda dopo che le sono piovute addosso molte critiche da parte di alcuni medici che si sono dichiarati preoccupati per la scelta curativa intrapresa dalla naturopata.
In particolare, Bonnie Henry, ufficiale sanitario della provincia della British Columbia, ha detto che non c’è nessuna evidenza scientifica che questo rimedio possa realmente avere un beneficio terapeutico e che andrebbe valutato il ritiro dal mercato: infatti, se veramente il prodotto contesse saliva di cane ammalato di rabbia, potrebbe mettere un paziente a rischio di contrarre la stessa malattia. Inoltre, secondo Henry è preoccupante e con poca valenza scientifica che un disturbo comportamentale di un bambino possa essere associato al morso di un cane.