Aprile 26, 2024

Jovanotti, una miniera d’oro per il secondary ticket

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Jovanotti una miniera doro per il secondary ticket

Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo più volte di parlare di secondary ticket, e di quel fenomeno per cui vengono acquistati centinaia di biglietti, per i concerti degli artisti più quotati e quindi ricercati, per poi essere rivenduti a prezzi esorbitanti al miglior offerente, a quei fans cioè pronti a sborsare cifre anche a diversi zeri pur di vedere l’esibizione del proprio artista preferito.

Negli anni sono stati tantissimi gli artisti colpiti da questa piaga e stavolta è toccato anche a Jovanotti, come ha rimarcato Assomusica.

“Per il tour Jova Beach Party di Jovanotti su StubHub si toccano anche i 960 euro, +1.750% rispetto a un biglietto di partenza da 52 euro”, denuncia l’associazione degli organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo, che ha presentato un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e all’Antitrust (Agcm) per chiedere di sanzionare i siti di secondary ticketing.

L’associazione ha segnalato inoltre le maggiorazioni fino a 15 volte e oltre dei prezzi ufficiali dei biglietti sui siti come Viagogo, StubHub e MyWayTicket per alcuni concerti come ad esempio i tour di Laura Pausini, Biagio Antonacci, Elisa, The Giornalisti e Jack Savoretti.

«Chiediamo all’autorità a cui vengono attribuiti i poteri di controllo – spiega il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera – di fare applicare la legge contro il secondary ticketing (legge n. 232 dell’11 dicembre 2016) e in particolare il comma 545 che prevede sanzioni pecuniarie da 5.000 a 180 mila euro per quanti illecitamente fanno lievitare i prezzi dei biglietti a discapito dei consumatori finali.

La soluzione individuata dal Governo del biglietto nominativo nel settore della musica live – prosegue Spera – riteniamo che oltre a non essere necessaria, comporterà danni certi agli operatori del settore, sia per i maggiori costi da sostenere per i servizi di controllo, sia per l’enorme allungamento dei tempi di afflusso agli eventi e sia per la perdita di tutte quelle forme di prenotazione, promozione e regalo di biglietti, non più consentite allo spettatore, che comporteranno una sicura contrazione delle vendite».

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